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lunedì 28 maggio 2012

Elogio della spalla

Trattasi, ovviamente, non della parte del corpo che sta di fianco al collo o del taglio della mucca che si mangia.
Ho un debole per gli attori non protagonisti, per le figure secondarie di un evento, per quelli che quasi mai vengono nominati o ricevono una medaglia, che fai fatica a trovare nei titoli di coda, per quelli che non passeranno mai alla storia ma se non ci fossero stati niente sarebbe successo, per le storie minori, semplici, a cui spesso nessuno dà importanza abbagliato dalle notizie sensazionali, amo quelli che non cercano la fama, la gloria, ma fanno il loro dovere a testa bassa, al massimo e senza aspettarsi nulla in cambio, lo fanno perchè non possono fare altrimenti, lo fanno e basta.
Magari poi il merito se lo prendono altri, quelli che sgomitano, chi si sa vendere meglio, chi ha più faccia tosta e fa in tempo ad arrivare all'ultimo secondo, piazzarsi davanti ai fotografi a testimonianza che lui c'era e ha fatto tutto lui!
Dietro i grandi spesso c'è un lavoro lungo e faticoso di centinaia di invisibili, che nessuno ringrazierà ma senza i quali il successo degli altri non sarebbe mai arrivato.
Ognuno di noi sa se è più portato per il ruolo di protagonista o per quello di spalla.
Io mi sento spalla, lavoro in silenzio, con discrezione, non mi piace stare al centro dell'attenzione, avere sguardi su di me, non sono brava a gestire più persone a organizzare le cose, ma tesso le mie trame in silenzio e alla fine si fa spesso come dico io!
Mm, che è più aperto e socievole, spesso si appropria di mie idee o battute ma non importa, l'importante è che si realizzino, non mi interesse avere riconoscimenti.

Inutile dire che i grandi personaggi, comici, attori, sportivi spesso non sarebbero nessuno e non avrebbero avuto tutto quel successo senza una persona silenziosa e discreta al proprio fianco, anzi spesso un passo dietro di lui.


Non solo una vita da mediano ma anche da gregario che forse è la figura che sento più vicina a me: quello che non vincerà mai ma che deve far di tutto per aiutare il corridore più importante, la squadra.
Non mi piacciono gli eroi, quelli conosciuti da tutti, anche solo per nome, ma amo invece gli eroi silenziosi, ignoti, che spesso i più ignorano.
Mi piacciono i cammei, i dettagli, le piccole storie.
Forse amo lo sport, quello vero, di un tempo, quello in bianco e nero come le foto qui sopra.



Il mio eroe del giorno è Ughetto.
Ho trovato la sua storia leggendo questo manifesto affisso da chissà chi lungo la pista ciclabile (tutto torna).



Ugo Forno, chiamato Ughetto dai suoi compagni di scuola, ha 12 anni è un ragazzino gracile ma vivacissimo.
E' la mattina del 5 giugno 1944, esce di casa per andare a scuola ma in realtà ha già deciso di andare incontro agli Alleati. Ai giardinetti sente delle persone parlare e dire che i  Tedeschi stanno mettendo le mine al ponte di ferro sull'Aniene, quello che fiancheggia la via Salaria all'altezza dell'aeroporto dell'Urbe e sorregge i binari della ferrovia Roma-Firenze. Lo vogliono demolire perchè ci devono passare gli Americani.
Ughetto si mette a capo di un gruppo di contadini e armati arrivano sul posto, colpiscono a fucilate i tedeschi che stanno posizionando l'esplosivo sotto il ponte e che decidono di abbandonare e ritirarsi. Hanno un mortaio, però, e per coprirsi le spalle sparano tre colpi. Il terzo centra Ughetto, il capitano bambino cade di schianto, è già morto quando tocca terra.
I guastatori tedeschi fuggono, il ponte sull'Aniene rimane intatto, sono gli ultimi tedeschi a lasciare Roma e Ughetto Forno, 12 anni, è l'ultimo romano che muore combattendo per cacciarli, per la libertà, ultima vittima della resistenza romana.



Aggiornamento del 29 maggio 2012
Non volevo scriverne ma il richiamo dato da questo post è troppo forte.
Premesso che non capisco perchè venga data tutta questa importanza all'argomento e che i nomi citati per me sono quasi tutti sconosciuti, tema: calcioscommesse.
La mia domanda cretina del giorno è: ma che ci devono fare con tutti questi soldi?
Considerando che sono tutti calciatori di fama nazionale e che non prendono quindi mille euro al mese, ma davvero non gli bastano mai? Ma che ci fanno? Dopo aver comprato varie case qui e lì, donne, motori... secondo me va tutta in droga.
E l'altra considerazione è che è davvero triste vedere chi si accanisce con la squadra avversaria perchè gli inquisiti giocano lì, le partite truccate sono una sconfitta di tutto il calcio e dello sport in generale.

E visto che ci sono tiro fuori un altro argomento attinente, il mister Delio Rossi che ha dato un pugno al giocatore. Figura del cavolo e meschina, non è semplicemente un allenatore, non è un cittadino qualunque ma un privilegiato, è sotto gli occhi di migliaia (milioni?) di giovani che spesso hanno solo il rettangolo verde come unico parametro con cui confrontare la vita, ha una  grossa responsabilità e non solo sportiva.

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