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martedì 20 novembre 2012

Il tagliando dei due anni - Pop ISO 9001 e due

Mi dispiace scrivere post lamentosi, con tendenze depressivo-suicide o cronache dai "migliori" ospedali italiani ma è anche vero che, al momento, non sono capace di inventare storie ma mi riesce meglio scrivere di quello che conosco o sto vivendo.
E per ora, ahimè, spero proprio solo per ora, questo è.
Se non volete intristirvi, dirigetevi verso blog più squisitamente di evasione ma questo spazio di sfogo deve rimanere in primis mio.

Diciamo che la situazione di emergenza, di delirio, di anarchia è rientrata.
Perchè forse come dicono tutti semplicemente "Ha da passà".
Si prospettava un weekend niente male, di puro terrore, h24 alle prese con una piccola tiranna bizzosa e nervosa.
L'ho portata al nido dopo la febbre, sperando che lì le cose andassero meglio. Che tornata in un ambiente in cui non avesse tutti pronti a scattare sull'attenti ad ogni sua richiesta si ridimensionasse. D'altra parte anche la pediatra mi aveva detto che certi comportamenti in genere li riservano solo a noi genitori e a casa. Che culo... ho pensato fra me e me.
Quando sono tornata a riprenderla la maestra in sostanza con lo sguardo mi ha detto "Ripjatevela... e buon weekend" sottintendendo "Per me lo sarà di sicuro, per voi non credo, mo' so' cazzi vostri".
So che bisognerebbe essere per primi noi tranquilli, sereni ma praticamente è impossibile, soprattutto dopo tre giorni di fuoco. Avevamo paura che potesse succedere, paura di reazioni improvvise e incontrollabili e tanta stanchezza addosso.
Ho iniziato a pensare: da soli così non ce la facciamo.
Datemi una tatalucia e vi solleverò il mondo. Mi serve qualcuno che mi guardi (ecco facciamo che io ora mi metto in cantuccio e vi osservo, voi fate come se io non ci fossi - dice posseduta con la voce di Maramaionchi). Mi serve qualcuno, non un luminare, non un dottorone, ma semplicemente qualcuno che abbia un po' di sale in zucca e sia sufficientemente distaccato e obiettivo e non coinvolto nel marasma in cui stiamo annaspando noi e che ci rende incapaci di formulare un concetto se pure elementare.
Poi ho iniziato a pensare che va bene il terrible two, i capricci ma qui si sta andando un po' troppo oltre, qui è davvero troppo...
allora mi si insinua il tarlo che possa avere qualche dolore, qualche malessere non ben precisato che l'abbia trasformata in questo modo.
Sembrava un adolescente, quegli Emo che sbatteresti al muro per fargli prendere un pò di brio o un po' di colore, per causargli una reazione.
Niente, pessimismo cosmico leopardiano, disinteresse nei confronti di tutto e tutti, incazzatura perenne, apatia.

Le risposte che ricevevo erano "Ok ma ne riparliamo lunedì" lunedì??? E chi ci arriva a lunedì.
Per il mio modo di vedere le cose, due giorni sono un'eternità, in questo frangente di situazione ancora di più. Due giorni erano un traguardo decisamente troppo lontano a cui forse non ero manco certa di poter arrivare con tutte le rotelle al posto giusto.
Alla fine un po' incazzata per essermi sentita sola e abbandonata mi domando cosa avrei fatto io al posto degli altri, io che sono "tutto e subito" e non sono capace di aspettare ma piuttosto alle cose gli vado incontro. Non ho risposte da darmi ma tutto questo mi sprona a darmi da fare all by myseeeeeeeeeeelf,  prendiamo una decisione e la portiamo al Bambin Gesù.
Avrei voluto tanto non rimetterci più piede e invece eccoci qui al pronto soccorso.
C'è poco da criticare, la struttura è bella, moderna, il personale gentile, sorridente e gioooovane.
Io odio fare quella che porta il figlio in ospedale perchè urla e non capiamo cos'abbia, temo sempre che mi ridano dietro e mi accusino di intasare i nosocomi italiani con stupidaggini.
Qui non ridono alla mia descrizione, non ridono affatto. Mi danno un numeretto e aspettiamo.
La sala d'attesa è davvero minuscola ed essendo sabato ci sono un sacco di bambini con tossi orribili. Io aspetto dentro, la panza non dà diritto ad alcuna precedenza, ad alcun bonus, non gliene frega niente a nessuno. Questo è un ospedale pediatrico e basta. Sei solo un contenitore porta-futuro piccolo paziente (tiè). Il papà aspetta fuori con la Pop che per fortuna ignara se la dorme. Io mi guardo intorno, mi aspettavo di vedere bambini feriti, contusi ecc invece apparentemente non c'è nessun caso grave al massimo qualche febbre alta.
Finalmente è il nostro turno: ci riceve una dottoressa giovane. Le spieghiamo tutto, fa un controllo generale e non risulta nulla. Poi le fa l'analisi del sangue, arrivano due infermieri che con aria cinica dicono "Ve la sentite? Mica siete di quelli che svengono vero?" e che ne so? Mica le abbiamo mai fatte e poi l'alternativa qual è? Come se uno chiedesse ad un condannato a morte "Mica avrai paura vero?" Ma sa, è la mia prima volta non saprei...
Io nel dubbio affondo il viso nel collo della Pop sussurrandole parole rassicuranti e cercando di non sentire i loro commenti "Uh che peccato non siamo riusciti a prendere la vena, prova con quell'altra..".
La dottoressa dice che dobbiamo aspettare l'esito delle analisi, qui fuori per due ore e raccomanda di non allontanarsi...ma sì in fin dei conti sono solo incinta e abbiamo solo una duenne tarantolante da gestire per due ore in un ambiente ameno come l'ospedale che vuoi che sia?
Andiamo a mangiare qualcosa, nel frattempo la Pop, ovviamente ora sì, trotterella, siamo tentati di fare un filmato o di correre a chiamare la dottoressa.
Mi arriva una telefonata sul cellulare "Siamo dell'ospedale, dove siete? Vi avevo detto di non allontanarvi". Torniamo dentro, era impossibile stazionare due ore nella sala d'attesa minuscola e prolifica di insani batteri. Ma la domanda fondamentale è: ma chi gli ha dato il mio numero di cellulare? Io no di certo....
Ci dicono che per scrupolo vogliono fare un elettroencefalogramma per scongiurare un'encefalite dovuta alla febbre alta. Una nuova dott. guarda la Pop e fa "Ma che è lei? No non ce n'è bisogno". Non so che faccia si aspettava per decidere se farla o meno, forse doveva avere dai tre occhi in su e sputare verde.

Qui nessuno si qualifica, non capisci mai con chi stai parlando se con un portantino o con il signor Bambingesù sceso in terra in persona, forse lo puoi solo intuire dalla spocchia con cui ti si rivolge e ti chiede "Ma parla italiano?" a me sta domanda già mi indispone... Inizia uno sproloquio sul fatto che la Pop non vuole camminare, secondo me dopo un'analisi del sangue che comprensibilmente mi fa un po' alterare con due persone che mi bloccano mani e piedi e due ebeti che non sanno trovare la vena, se anche a me avessero detto "Alzati e cammina Lazzara!" non l'avrei fatto! 
Questa inizia ad accusarci...perchè tanto l'ho capito, gira che ti rigira la colpa è sempre la tua, del genitore.
"Ma non è seguita da un pediatra? Ma non le avete fatto una visita?".
Vorrei risponderle "Veramente no, sa noi viviamo in una comune un po' naif, allo stato brado".
Tento di zittirla dicendo "Guardi abbiamo fatto una visita proprio in questa struttura ed era tutto ok".
A me queste cose fanno sbarellare. Quando due medici, della stessa struttura danno pareri opposti, quando gettano fango sui miei medici di riferimento, non so più a chi dare retta.
Il nido, pur avendo avuto a che fare con la Pop una giornata intera in fase "NO" ha dato una motivazione solo legata ai capricci e non agli aspetti della salute, in ospedale invece considerano solo quelli e non gli scazzi caratteriali. Io non so a chi affidarmi, forse quasi quasi faccio come poverosilvio e dico che la colpa è dei giornalisti che travisano sempre tutto.


Alla fine fanno questo EEG.
Diciamo che alla fine è stato meglio fare un esame del genere così cotto e mangiato senza darci il tempo di documentarci su internet, farci venire mille dubbi e vivere notti insonni.
Ma anche così.... vedere la testolina della Pop riempirsi di elettrodi, trovare il modo di distrarla, scherzarci su, dicendole che le donano le treccine colorate e che è bella anche con questo nuovo cappellino fatto con la rete di garza tipo arrosto di vitello insaccato.
Pensi a dove trovano la forza quei genitori che hanno i figli ricoverati in ospedale, nei reparti oncologici, pensi ai Patch Adams, pensi a come cazzo si fa e la risposta è una sola "Si fa e basta".

L'esame dura tanto, troppo, un sacco di tempo per mettere i fili, per rimetterli perchè la Pop li strappa e poi la fase di osservazione con tanto di registrazione con telecamera.
Il medico fa quello che fanno tutti i medici, osserva, scruta e non parla. Ti lascia così. Noi non chiediamo per paura. Mi rendo conto che la differenza sostanziale quando ho fatto un esame intra moenia a pagamento è stato che la dottoressa ha precisato "Se non dico nulla è perchè va tutto bene", qui non paghiamo quindi ci becchiamo l'angoscioso silenzio.
Ci fa "Per me è tutto ok ma deve vederlo la neurologa. aspettate fuori".
Riusciamo e aspettiamo all'aperto su una panchina. Passa ancora del tempo andiamo a chiedere e veniamo di nuovo cazziati "Vi abbiamo chiamati non c'eravate".
Alla fine ci dicono per noi è tutto ok, la Pop ha vinto un altro Iso 9001 dal premiato ospedale Bambin Gesù.

http://buonecosedipessimogusto.blogspot.it/2012/04/pop-iso-9001.htm






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