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lunedì 17 agosto 2015

Frammenti d'estate - parte 2

Quest'estate è stata diversa dal punto di vista della medicina 33 che ci ha influenzato tutte le giornate.

Da un lato Alice che ha iniziato proprio dall'inizio dell'estate a dover tenere per 3 ore al giorno una bendina sull'occhio. Lei per fortuna l'ha accettata e la tiene volentieri, come spesso accade i bambini hanno una capacità di adattamento e reazione molto superiori alle nostre, c'è solo da imparare.

Io ci ho messo un po' ad accettarla, quando vedevo in giro i bambini con la benda c'è poco da fare, chiamiamo le cose con il loro nome, mi hanno fatto sempre un po' pena. Poi per la prima volta l'ho comprata in farmacia e quando la commessa mi ha chiesto l'età e se era maschio o femmina e mi sono ritrovata in mano con una scatola di bendine colorate e piene di pupazzetti mi sono resa conto di quanto il problema fosse diffuso.

La faccenda è un po' complessa da gestire anche perchè non basta metterla ma c'è tutto un insieme di condizioni: deve tenerla mentre guarda la tv o disegna e deve avere gli occhiali, quindi ovviamente non mentre sta in spiaggia. Abbiamo fatto vari tentativi, prima di metterla la sera ma questo significava riuscire a portarla via dal mare proprio nel momento in cui si stava divertendo di più e poi abbiamo trovato la soluzione della mattina appena sveglia. Per questo ora rimaniamo tre ore a casa, spesso pranziamo e poi andiamo in spiaggia tardi rimanendo però fino a che ci va senza vincoli di orario.
Ecco tutto questo un po' ci è pesato, fare i conti col tempo, addirittura mettere sul cellulare il conto alla rovescia, organizzarsi in base a queste tre ore con la speranza che davvero tutto questo serva a qualcosa.

Quando poi per me vacanza e libertà significano proprio non dover badare più all'orologio. Mi sono tolta quello da polso, uno Swatch che alternavo con gli altri della mia collezione, l'estate dopo la maturità; una estate particolarmente lunga iniziata a fine giugno data degli esami orali e finita a metà ottobre con l'inizio delle lezioni all'università.

Da allora non l'ho più messo sperando sempre di vivere in una perenne vacanza almeno mentale.

Piccola parentesi: ho cercato su Google "swatch antica Grecia", con un tuffo al cuore ho rivisto il mio beneamato ma con la dicitura Antico orologio Swatch....Antico a te e tua sorella!

Le tre ore di cura ci hanno permesso di vivere di più la casa, di fare più faccende domestiche e grazie ai potenti mezzi sono riuscita pure un po' a lavorare e ad ottenere qualche interessante risultato.

Sull'altro versante Pop piccola invece abbiamo combattuto con i denti di Marta e con la sua avversione a farsi visitare e ad avere a che fare con medici o estranei.
Pare che abbia varie carie e visto che ha iniziato a dire che le facevano male proprio quando ci siamo trasferiti allora abbiamo contattato un'amica di famiglia che fa l'odontoiatra pediatrica. Lei carinissima, pazientissima, competentissima... per un mese siamo andate da lei quasi tutti i giorni per un lento processo di avvicinamento, di fiducia e confidenza. Anche in questo caso la Pop grande ci ha aiutate sedendosi insieme a lei sulla poltrona, incoraggiandola, lei poi al contrario della sorella ha proprio un'adorazione per i medici e si diverte a farsi visitare.
In conclusione non abbiamo risolto nulla di concreto se non che ha preso maggiori confidenza con la dentista e ottenendo ogni volta un piccolissimo passo in più ma non sufficiente a risolvere il problema per cui dovremo fare in un'altra maniera.
Abbiamo fatto un po' di educazione dentale, capito che ci sono soggetti particolarmente predisposti alle carie (tra cui le mie Pop, che culo!) per cui i dolci sono letali come satana e che vanno mangiati solo se dopo ci si può lavare i denti.
E' stata un'estate sugar free o almeno abbiamo cercato che lo fosse, lottando contro l'invidia verso i bambini che in spiaggia trangugiano di tutto colorato e zuccherosissimo o contro gli altri genitori che offrono alle Pop caramelle e dolci con gentilezza, non sapendo tutte le vicissitudini, e solo dopo che già gliel'hanno dati ti guardano come per dire:"Posso?".

Come nel caso della bendina non abbiamo avuto risultati immediati, abbiamo solo la speranza che tutto questo servirà davvero a qualcosa.
E nello stesso modo ti senti un genitore degenere, pensi di aver sbagliato qualcosa, di non aver fatto il possibile per farle stare bene e in salute.

Io nella gestione di queste terapie risulto troppo svizzera e maniacale, forse mi butto con eccessivo impegno e fiscalità ad esplicare queste procedure nella ingenua consapevolezza di risolvere davvero tutto.



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