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giovedì 27 ottobre 2016

In corsa (2° parte)

E correndo correndo altre cose vengono in mente da aggiungere.



Regola numero 8: si corre con qualsiasi condizione meteo; se piove? Meglio! Così c'è meno gente, non fa caldo e ci si sente più marines e meno Peppa Pig a schivare le pozzanghere di fango e se ci si sporca di schizzi melmosi? Meglio! Ci sentiremo più ultimo dei Mohicani e meno primi fra i fessi.

Regola numero 9:  nella corsa e nella camminata, come in macchina e sulle scale mobili, si tiene la destra per permettere a chi va più velocemente di noi di superarci senza problemi. Cosa che io non farò mai (vedi Regola numero 5)  ma è una regola utile anche per evitare fastidiosi cambi di marcia all'ultimo secondo che costano fatica-sudore e non incorrere in frontali spiacevoli. Per lo stesso motivo nel caso percorriate il circuito della pista di atletica procedere in senso orario come anche a Central Park e non vogliamo essere da meno.


Regola numero 10: nel caso indossiate cuffie, auricolari ricordatevi che se voi l'avete, il resto del mondo non ce l'ha; anzi è proprio il motivo per cui non le abbiamo! Per non perderci le vostre cantate stonate, le telefonate a tutto volume, gli sbuffi di fatica e le scuregge causa squat

Regola numero 11: per i proprietari di cani o canari: spostate un tantinello i vostri amici pelosi quando passiamo, so che siamo interessanti per loro che ci vedono come una pallina colorata che gli sfreccia davanti ma anche in questo caso, deviare all'ultimo per non atterrare su un chihuahua festante costa fatica-sudore indicibili e non è detto che ci si riesca.

Tra le categorie di frequentatori del parco avevo dimenticato:

gli incellophanati: col kway con 40° o -10 °C. Mi chiedo perché? Forse per dimagrire, per sudare, perché sulla pelle umida coltivano orchidee preziose? Mi fate sudare solo a guardarvi!

le vecchiette bioniche: da lontano ti sembrano tutte traballanti, invece poi ti doppiano senza neanche sudare. O i vecchietti anche loro traballanti che quando si incrociano si chiedono:"A che giro stai?" e rispondono in centinaia. Ma davvero?!

Correre è una droga, è una terapia.
Ma è anche un alibi.
Per magnarsi questo mondo e pure l'altro con la scusa che tanto hai corso, o per stravaccarsi sul divano e dormire con la bolla al naso in orari inusitati o per non fare altra attività fisica perché tanto hai già corso.

Prima guardavo con perplessità i patiti della corsa, quelli che si svegliavano all'alba sottraendo tempo al sonno per andare al parco, poi farsi la doccia e andare a lavoro. O quelli che appena vedevano uno correre ne studiavano l'andatura, l'appoggio del piede e ne criticavano tutto.

Ora lo consiglio, fa tanto tanto bene ed è pure gratis.

Ma vuoi mettere con la bicicletta?! Un amore accantonato ma che tornerà in auge in un prossimo capitolo.



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